MotoGP, in Indonesia c'è un Bagnaia pronto al bis: così si è "ripreso" la Ducati

Nel prossimo GP di Indonesia Ducati punta a bissare Motegi, poco importa se con Bagnaia primo e Marquez secondo, o a posizioni invertite, con il nuovo campione del mondo MotoGP davanti al ritrovato pilota italiano. A Borgo Panigale si guarda al prossimo futuro con l’obiettivo, a questo punto, di confermare per il prossimo biennio entrambi i suoi piloti. In particolare Ducati vuole blindare Marquez che potrebbe chiudere la carriera, magari dopo la conquista del titolo mondiale N° 10 sulla Rossa, tornando al suo primo amore, la Honda. Si vedrà. Intanto c’è la “questione Bagnaia”. Capire sin da Mandalika se Pecco confermerà quanto dimostrato nell’ultimo trionfale week end in Giappone dove è apparso completamente trasformato rispetto al pilota travolto dalle difficoltà nel corso della stagione e che dopo la pausa estiva pareva essere sprofondato in una crisi tecnico-agonistica irreversibile.
Importante è capire come si è arrivati, in particolare dal punto di vista tecnico, a quella che pare configurarsi come un’autentica rinascita in terra giapponese. La “genesi” del ritorno al top della competitività ha una data e un luogo preciso. Lunedì 15 settembre, Misano, giorno del test successivo al weekend del Gran Premio di San Marino. Bagnaia – pur senza sbottonarsi troppo, al contrario di altre volte – aveva lasciato intendere di aver trovato delle importanti soluzioni tecniche ai suoi problemi. “Avendo tempo a disposizione abbiamo provato diverse configurazioni, spostando e ridistribuendo i pesi in giro per la moto e devo dire che qualcosa abbiamo capito” – aveva dichiarato il pilota piemontese, aggiungendo poi che – (in Giappone) qualche soluzione sicuramente potrà funzionare La direzione che abbiamo preso oggi è un qualcosa che non tarderà troppo a essere efficiente”. Lo stesso Bagnaia dopo la vittoria di domenica ha poi ribadito che “questo è il primo weekend in cui mi sono sentito veramente a posto, è da Misano che mi sto divertendo nuovamente a guidare la moto”.
Cosa era stato testato, più in dettaglio, a Misano? Sostanzialmente è stata introdotta una forcella che è una leggera variante di quella impiegata lo scorso anno, assieme al forcellone e all’abbassatore della moto 2024. Per quanto riguarda la sospensione anteriore, proprio a Motegi, Giacomo Massarotto - tecnico di Ohlins - ha spiegato che “Bagnaia sta ora utilizzando una forcella 2024, che pur mantenendo al suo interno la stessa idraulica, ha 15mm in meno di corsa rispetto alla versione 2025, che sostanzialmente il due volte campione del mondo, non ha mai gradito troppo”. Questa soluzione pare avere trasmesso al pilota maggiore sensazione di maneggevolezza ed agilità in curva, di un avantreno più stabile e “solido” per inserimenti rapidi e precisi, e di un baricentro più basso, che migliora la reattività della moto. Questa configurazione, inoltre, favorisce l'accelerazione in uscita di curva - grazie alla migliore trazione dell'avantreno - e riduce il rischio di "impuntamenti" in frenata. Così Bagnaia è tornato alle sue staccate micidiali, ritrovando un buon feeling all’anteriore e riuscendo a guidare in maniera più aggressiva come in passato. Un mix a dir poco perfetto per il layout del circuito di Motegi, pista “stop and go” in cui la fase di frenata è fondamentale nella costruzione del tempo sul giro. Per quanto concerne poi il posteriore della moto, oltre alla reintroduzione del citato forcellone 2024, è stato applicato, in pianta stabile, il sistema “oversuspension”, ovvero il “bussolotto” con funzione di risuonatore gravitazionale regolabile, applicato nella parte laterale del forcellone stesso. Questo dispositivo consente di “mediare” le frequenze generate dal gruppo sospensione, migliorando la precisione di guida, la trazione, la frenata e in genere la stabilità del mezzo. Sistema inizialmente scartato da Bagnaia e peraltro già utilizzato dopo i primi Gran Premi della stagione (con ampi riscontri positivi) da Marc Márquez che pare risolvere in modo sostanziale il problema del “rimbalzo” del pneumatico in frenata. Sulle attuali Moto GP il "rimbalzo" o "chattering" (vibrazione incontrollata) della gomma si verifica per un'elevata aderenza, specialmente in frenata e in curva, che riduce la sensibilità del pilota al cosiddetto limite del grip e provoca oscillazioni nel segnale di telemetria. E’ per contrastare questo fenomeno che si agisce sulla rigidità e sull’escursione delle sospensioni, si interviene su elementi specifici del telaio e sulla massa generale della moto a livello di bilanciamento per spostare la frequenza di risonanza e quindi l'insorgenza del chattering. L’oversuspension è una soluzione che introduce una massa aggiuntiva con una risonanza opposta, contribuendo a mitigare o eliminare il rimbalzo del pneumatico in fase di staccata. Non parliamo di novità assolute, ma di varie soluzioni che erano state già testate sulla moto di Pecco nei mesi scorsi, seppure ogni volta separatamente e non in via “organica” e continuativa. Stavolta, invece, sarebbe stato messo “tutto insieme” in una sorta di approccio “integrato”.
Probabilmente, era proprio questo il cosiddetto lavoro “anticonvenzionale“ di cui aveva parlato Bagnaia dopo i test di Misano e che avrebbe fatto ritrovare il feeling al due volte campione del mondo. Un supporto ulteriore, sotto il profilo tecnico e soprattutto dal punto di vista mentale, è arrivato inoltre dal confronto con Casey Stoner. Anche il fuoriclasse australiano era presente al test di Misano e non è certamente un mistero il bel rapporto che lo lega a Bagnaia. Comunque, è chiaro che, come nel caso sopra citato della forcella Ohlins ad escursione ridotta, è difficile quantificare il peso specifico - in senso assoluto - dei benefìci apportati nel complesso da queste soluzioni in termini di “feeling aggiuntivo” e a questo punto, si vedrà presto, se decisivo. Ora l’ultima prova del nove per Bagnaia arriverà con il prossimo weekend dell’Indonesia. A Mandalika la questione non sarà tanto quella di replicare necessariamente l’en plein di Motegi, quanto piuttosto di “consolidare” le sensazioni positive sperimentate in Giappone e dimostrarsi nuovamente competitivo e veloce in ogni sessione. Ovviamente, per Pecco, il termine di riferimento primario sarà rappresentato dal compagno di team e neo campione del Mondo Marc Marquez. Senza voler ridimensionare in qualche modo la prestazione assoluta di Pecco a Motegi, è altrettanto evidente come Marc, in Giappone, sia stato protagonista di un weekend all'insegna della “saggezza”, in cui non ha voluto strafare per non rischiare di rimandare l'appuntamento con un trionfo annunciato. Due gare - sia il sabato che la domenica - in condotte sostanzialmente “in gestione” , un po’ meno “da Marquez" e sicuramente più da pilota esperto e consapevole dell’elevata posta in gioco. Se Bagnaia sarà ancora in grado di tenere il passo di un Marc Marquez a questo punto più libero mentalmente e desideroso di incrementare lo score di successi stagionali e si troverà nelle condizioni di duellare con lui, allora si potrebbe considerare veramente concluso il lungo periodo di crisi che lo ha attanagliato in questo 2025. E, chissà, potrebbero crearsi i presupposti per poter insidiare più da vicino la seconda posizione nel mondiale occupata da un Alex Marquez, ancora distante 66 punti, ma protagonista a Motegi di un fine settimana opaco. Quel secondo posto finale in classifica, che, nelle aspettative di inizio stagione degli uomini Ducati, avrebbe potuto e dovuto essere appannaggio, in qualunque ordine di classifica, di uno dei due piloti del team Lenovo.
La Gazzetta dello Sport